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7 Aprile 2008

Opere di Architettura

Riqualificazioni urbane, due progetti di Socialdesign
Goffredo Serrini e Claudio Zagaglia

piazza_s_giustino1.jpg
L’insieme di Piazza del Municipio ed un dettaglio in pietra d’Istria

Il lavoro e la formazione di Serrini e Zagaglia si distinguono per la particolare attenzione alle tematiche urbanistiche, che li porta alla redazione di numerosi piani regolatori di cittadine italiane, oltre alla progettazione di vari spazi pubblici in ambito nazionale. Filo rosso pare essere l’inserto dell’elemento acqua, trattato con attenzioni e modi da cui emerge la sicura padronanza.

Piazza San Giustino, Perugia
La frequenza del passo è unità di misura d’acquisizione dello spazio lungo un camminamento. Goffredo Serrini e Claudio Zagaglia intervengono sull’incedere dei passanti di Piazza del Municipio a San Giustino nella provincia di Perugia inserendo sul piano d’arenarie un’informazione chiara attraverso gli inserti cadenzati di pietra d’Istria, come già i colonnati dei luoghi sacri scandivano gli approcci dei fedeli agli altari. Da qui la strategia diviene ordinatrice dello spazio allargato dai percorsi in attraversamento alla piazza intera. Viene questa organizzata orizzontalmente secondo fasci dettati dai flussi d’uso, con giaciture pavimentali rispondenti al costruito. E’ così che il piano pavimentale di nuova realizzazione cerca l’integrazione alla preesistenza consolidata, candidandosi per il ruolo d’elemento ordinatore fra episodi costruiti incoerenti.
La complessità materica è arricchita per le arenarie dall’adozione sia di pietra serena, sia di colombino. La prima è proposta bocciardata, il secondo particolarmente rigato, a scongiurare difficoltà ai passanti in caso d’episodi di gelo improvviso.
Completano l’intervento inserimenti d’arredo e di verde, nel rispetto del disegno d’insieme e della minima variabilità di quota. Nelle pieghe del piano pavimentale e nelle direttrici dei sopralzi si alloggiano inserti precisamente incisi ed inscritti. Le bordure dei rilievi pavimentali sono trattate tutte con specifico dettaglio. Il tema dell’acqua è compreso sia nei sensi di presenza urbana sia in quelli tecnici di raccolte e smaltimenti, risolti con disegno elegante e complicità della materia pavimentale. La vasca è emergenza tridimensionale dello spazio pubblico, finita in rivestimento verticale con conci lavorati di pietra d’Istria. Il repertorio delle variabili di posa è dunque particolarmente ricco e contempla modalità tradizionali in malta ed altre appunto mediante fissaggio meccanico, malte in pasta cementizia grigia ed altre scure o viceversa cercanti stacchi in tonalità chiara, soluzioni d’arredo ed illuminazione integrate nei conci come pure oggetti altri dotati di propria autonomia e carattere.

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Al tema dell’acqua è prestata specifica attenzione

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Fontana a Vinci, Firenze
Tra i nodi prescelti al rinnovamento dell’asse attrezzato viale Togliatti – via Leonardo da Vinci a Vinci figura una porzione di terreno dalla geometria vistosamente appuntita a ridosso del costruito. In essa gli architetti Serrini e Zagaglia intervengono con l’inserto di un cromatico gioco d’acqua, luce ed emergenze tridimensionali. Trae spunto dal leggero dislivello esistente a ridosso dei fabbricati per risolvere la connessione al piano con scalettature, in cui l’acqua recupera anche il suono di movimento, caduta e raccolta nella vasca ai piedi del calpestio, quale suo componente naturale. L’intero intervento si riveste di pietra d’Istria dal caratteristico colore chiaro, affiancato da contenuti declivi di terra inerbata. Proprio questo chiarore omogeneo di fondo della pietra, qui levigata, consente ai colori di progetto d’emergere senza incongrue sovrapposizioni ed in definitiva di mostrarsi completamente. La lavorazione leggera in superficie di lastra litica aggiunge delicata componente percettiva sia al tatto sia alla vista nelle diverse luci del giorno ed in presenza dei riflessi d’acqua.
L’intervento s’inscrive in una pianta rettangolare di 27 m in lunghezza per 7, 5 di profondità approssimativamente. La forma stabile di base si articola in altezza, come detto, per via del dislivello inferiore al metro; inoltre in lunghezza, racchiudendo con setti quattro campiture: una assegnata alla fontana e le restanti a verde. I setti associano alla funzione del contenimento del terreno anche quella giustificativa di allineamenti differenti con cui il costruito e la viabilità giungono sull’area. Sono essi ancora una volta rivestiti in pietra d’Istria, con dimensione caratteristica di 60 x 40 a sormonto in mezzeria; sono posati con tecnologia tradizionale a malta su ossatura in conglomerato cementizio armato, così come le lastre a ricoprire i 6 gradoni della fontana, alternati in disegno geometrico di posa fra listelli 20 x 100 e conci squadrati 58 x 50. Il preciso dimensionamento e posizionamento di progetto permette l’esatto intaglio della pietra per i corpi illuminanti e gli ugelli dei getti d’acqua. Piccoli completamenti in arenaria grigia ai camminamenti a lato finiscono l’opera.

Tutti i materiali lapidei, così come le informazioni e le fotografie nei testi, sono di Il Casone di Firenzuola.

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Il gioco notturno d’illuminazione ed acqua

[photogallery]vinci_album_1[/photogallery]

di Alberto Ferraresi

(Vai al sito di Goffredo Serrini e Claudio Zagaglia)
(Vai al sito del Comune di Vinci)
(Vai al sito del Comune di San Giustino)
(Vai al sito Casone)

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