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18 Dicembre 2005

Letture

Nuova estetica delle superfici

Gruppo Editoriale Faenza Editrice s.p.a., Faenza, Ravenna, 2005
pp. 160, ill. 211, italiano/inglese, € 30,00


fg142
New surface aesthetics
Laddove si riconosca che il titolo dell’opera libraria fissa l’oggetto dell’indagine, allora si riapre con questo volume il capitolo della ricerca sulle strategie estetiche dell’architettura contemporanea, ricercandone i filoni proiettati al futuro e possibilmente senza sbarramenti fisici al portato della tradizione. Molteplici concause, dalle tecnologiche alle sociali, hanno infatti recentemente prodotto e diffuso il paesaggio quanto più spaesante per applicazioni e scelte materiche, particolarmente per chi reclami la formazione latino-mediterranea e si rivolga con atteggiamento costantemente innovativo al ventaglio vastissimo di soluzioni, quand’anche in nuce, dell’antico. Ne scaturisce la naturale predilezione per realizzazioni esemplari d’architettura contemporanea debitrici, per tale condizione di eccezionalità estetica specialmente, nei confronti di talenti progettuali capaci di miscelare alchemicamente le invariabili assolute dell’architettura quali la gravità, gli apporti luminosi, la componente tecnico-materica e le modalità antropiche di percezione dello spazio. Come nel gioco d’èquipe il talento singolo raggiunge sovente l’evidenza solo con l’applicazione di tutta la squadra, così anche le sei realizzazioni premiate in occasione della quarantesima edizione di Marmomacc e vincitrici del nono Premio Internazionale Architettura di Pietra poggiano la propria specificità estetica sulla coerente visione d’insieme e sull’unitarietà di controllo qualitativo delle componenti progettuali.
Ben saldi al filo rosso tracciato dall’uso di materiali lapidei nelle diverse declinazioni, vengono dunque illustrati con ricchezza di materiali inediti la biblioteca Honan-Allston Branch della Boston Public Library ad Allston, Massachussets, opera di Machado and Silvetti Associates; gli Uffici per la Delegazione Provinciale della Salute ad Almería, Spagna, progetto di Alberto Campo Baeza; il cimitero, la chiesa ed il museo da Luz nell’Aldeia da Luz, Portogallo, opera di Pedro Pacheco e Marie Clèment; la Scuola di Alti Studi Musicali della Galizia a Santiago de Compostela, Spagna, a firma di Antón García Abril con Ensamble Studio; in forma onnicomprensiva i Giorgio Armani Stores nel mondo infine, opere di Claudio Silvestrin. Ad memoriam, è conferito il premio a Franco Albini (1905-1977) per il Museo del Tesoro di San Lorenzo a Genova. La presentazione dell’opera albiniana nella capitale ligure ed uno scritto di Alfonso Acocella introducono il corpo del testo, rappresentando rispettivamente nella pratica e nella teoria l’elemento parametrico in base al quale ciascuno possa formulare il personale giudizio sulle realizzazioni selezionate.

Brevemente commentando
Uno degli aspetti di maggior apprezzamento di "Nuova estetica delle superfici" risiede nel suo valore strumentale, vale a dire della sua utilità alla progettazione. Quand’anche infatti si voglia prescindere dall’interesse precipuo per il tema, ciascuno dei sei progetti è indagato con profondità rara nell’editoria manualistica disciplinare, sempre riportando un contributo d’inquadramento critico d’eccellenza, una testimonianza diretta da parte dei progettisti, un approfondimento sulle scelte afferenti le strategie tecnologiche e materiche, un corredo fotografico completo, schizzi e citazioni originali oltre alle rappresentazioni grafiche alle varie scale dell’insieme e del dettaglio.
Piacevole risulta la sequenza editoriale dei progetti premiati, posti efficacemente in delicato accostamento dinamico. Ai tholoi micenei monocromatici di Franco Albini segue la tavolozza pittorica delle ardesie di Machado & Silvetti. Ad essa contrappunta il lindore di Campo Baeza. Pacheco e Clèment ne propongono simile precisione ma stemperata in una ricca e puntuale molteplicità di scelte tecniche; Garcìa-Abril, al confronto con il medesimo tema dell’atto fondativo della costruzione, raggiunge esiti percettivi monoliticamente graffianti; ugualmente univoco, ma nella ricerca costante della nettezza di superficie e di dettaglio è infine il raffinato lavoro di Claudio Silvestrin.
I percorsi interpretativi e la qualità dei testi confortano e stimolano la lettura non solo di chi si avvicini con interesse tecnico al volume. Senza volutamente svelarne i contenuti per coloro che cercheranno il piacere di leggere, solo si annotano le misurate specificazioni di Matteo Albini al progetto per il Museo del Tesoro di San Lorenzo, i passaggi di Werner Oechslin sui caratteri dell’opera pubblica e sul richiamo agli esempi tipologici di Richardson per il lavoro di Machado & Silvetti, le sottolineature di Alfonso Acocella circa il debito moderno della proposta di Campo Baeza, nonchè la citazione scelta sui temi della gravità e della luce a firma dello stesso progettista spagnolo, le interpretazioni semantiche di Antonio Pizza alle scelte progettuali di Pacheco e Clèment, la lettura da parte di Vincenzo Pavan della tensione sottile di Garcìa-Abril fra impurezza primigenia e precisione classica, l’accento di Vittorio Magnago Lampugnani posto sulla sonorità silenziosa delle opere di Silvestrin.
Specifico spazio doverosamente occupano, in ultimo, le informazioni tecniche sulle superfici litiche degli edifici. La pietra calcarea di Promontorio, le ardesie americane ed europee, la Pietra Lumachella calcarenite di Murcia, lo Scisto Grigio di Mourao, il Granito di Mondariz, la Pietra calcarea di Saint-Maximin, essenze litiche di origine assai varia si trovano ora sorelle, come differenti colori sulla medesima tavolozza, da scaricare sulla tela con diversa diluizione ed opportuna morbidezza dei pennelli in funzione delle singole scelte espressive.

di Alberto Ferraresi

(Vai a Marmomacc)

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