1 Maggio 2005
Recensioni
La recensione di Domus
"L’architettura italiana continuerà a essere la fonte di ispirazione per il futuro": la citazione di una lettera di Louis Kahn stimola il discorso introduttivo a questo volume, frutto di ricerche e di studi lunghi cinque anni e che sono stati sostenuti con lungimiranza dalla Lucense (Centro servizi per l’economia – no profit – formatosi a Lucca nel 1984, per la promozione economica e della tradizione nell’area apuo-versiliese).
Il libro si apre con i ringraziamenti ai promotori e ai collaboratori, dopo che già nello scritto di controcopertina, l’autore (scrittore e tecnologo della Facoltà di architettura di Ferrara) aveva rivelato l’entusiasmo e l’impegno intellettuale e creativo ripostovi.
Nel saggio introduttivo espone poi la tesi della ricerca condotta: "gli archetipi, ovvero i nuclei fondativi dell’architettura litica" – tra cui il cumulo, il muro, gli elementi strutturali, quelli superficiali – "attraverso la loro permanenza, sostanziano l’idea della continuità, della ciclicità, dell’incessante ri-attualizzazione dell’architettura".
Inoltre: "il distanziarsi del Moderno dai colori, non ne ha comportato la morte. I colori non erosi dal tempo dei laterizi, delle pietre, dei marmi, contraddistinguono le opere maggiormente dotate di tenuta tecnologica e di fascino estetico".
Da ciò e anche dalla descrizione delle opere di Mies Van der Rohe e di Luigi Moretti consegue al lettore che il volume non è una celebrazione della pietra in sè e del passato, ma indica, per esempio, come la strada, oggi razionalmente intrapresa della semplificazione materica, formale, della riduzione linguistica, corrisponde al dare insieme continuità storica, eleganza e innovazione all’architettura.
I nove capitoli del libro, intitolati "inizi, muri, colonne, architravi, archi, superfici, coperture, suolo, materia", mettono in luce come la pietra sia stata protagonista nel definire all’origine le forme e gli elementi dell’architettura e come il suo uso diversificato ha saputo nel tempo reinterpretarli.
Il discorso storico è già condensato nel primo di essi, ove si dà conto delle origini dell’architettura, con una descrizione ragionata delle costruzioni dell’antico Egitto.
L’ultimo, "materia", sviluppa gli aspetti tecnologici, le fasi di estrazione, di cavatura, di lavorazione della pietra. I testi esplicativi delle vicende storiche e delle tendenze architettoniche, da esse derivate, che fanno da filo conduttore, nei vari capitoli, all’iconografia e alla sequenza di esempi progettuali e realizzazioni, non sono l’unico modo espressivo del libro, dal momento che ripetuti repertori a casellario, in cui si mettono a fronte disegni e foto, propongono anche le forme di utilizzo e le tipologie di lavorazione specifiche.
In tutti i casi, numerose sono le citazioni e i riferimenti illustrati a progetti antichi e contemporanei; inoltre per ciascun argomento vengono presentate, su più pagine, recenti e significative opere; così che il ritmo dell’esposizione letteraria varia e la recensione d’attualità prende il posto della trattazione e della descrizione tecnologica.
La ricchezza di illustrazioni di riferimento e la precisione descrittiva delle didascalie è un carattere di uniformità, in ogni pagina del libro.
Il volume è pertanto più cose insieme: è sicuramente un manuale, perchè delle pietre dice tutto, tipologie, generi, tecnologie lavorative, applicazioni.
E’ inoltre un trattato storico, perchè dà spiegazione delle origini dell’architettura, sia antica che primordiale, ripercorrendole con una sequenza innumerevole di esempi.
Cala il lettore nello sviluppo dell’architettura, negli aspetti dell’innovazione e nell’attualità dei progetti contemporanei.
E’ un’articolata esposizione di teoria e di tendenza, che non può che entusiasmare e indurre a un utilizzo consapevole del materiale, a modi insieme tradizionali e innovativi di esprimere il progetto; a proporre, nella semplificazione delle forme, l’essenza della materia e dei principi architettonici, rilanciando la cultura di quella costruttività (tipica del Mediterraneo) messa in ombra dagli "internazionalismi" e dalle mode dell’artificiale.
Inoltre esaurienti sono le spiegazioni tecnologiche, quelle degli aspetti geologici, le descrizioni delle modalità estrattive e di posa: sono esse una conferma del proponimento teorico, nella misura in cui consolidano e concretizzano il sapere.
Alcune delle opere contemporanee o dell’antichità, portate ad esempio, sono illustrate con abbondanza e originalità di dettaglio.
E’ il caso ad esempio del Colosseo, oppure della nuova "aula Padre Pio", a San Giovanni Rotondo di Renzo Piano, per le quali la descrizione strutturale, partendo dagli elementi lapidei, consente una spiegazione compositiva forse inedita.
Altre opere contemporanee meno note (ad esempio la piazza Caracciolo a Sammichele), presentate e contestualizzate al tema, appaiono gioielli architettonici da "scoprire" e valorizzare. Il repertorio bibliografico di manuali, saggi, articoli, monografie è ordinato con accuratezza cronologica.
C’è infine un indice degli autori delle foto (la gran parte sono dello stesso Acocella); un indice dei luoghi e dei nomi citati.
Anche il progetto grafico formulato da Massimo Pucci è originale e meritevole di attenzione: si è sottratto alla rigida e antitetica scelta fra composizione simmetrica (di matrice "classica") e composizione asimmetrica (di definizione contemporanea) e ha sviluppato una ricerca compositiva, che consente più opportunità, variazioni, nessi combinatori, gerarchie interne.
La sua struttura spaziale elegge, sulle due pagine di ogni "apertura" del libro, tre assi principali di composizione: due verticali centrali (rispetto ad ogni singola pagina) ed uno orizzontale che taglia in mezzeria le due pagine contigue.
Questi tre assi di natura simmetrica consentono di ordinare, orientare e declinare in modo estremamente variato il progetto grafico del libro, marcando, mediando o negando simmetria (o asimmetria) impaginativa.
Roberto Gamba
(Domus n. 879, 2005)
(Visita il sito Domus)