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9 Novembre 2005

Eventi

Kazuyo Sejima & Ryue Nishizawa SANAA alla Basilica Palladiana


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Mostra Kazuyo Sejima & Ryue Nishizawa SANAA
Quella di Sejima è un’architettura che viaggia leggera, a proprio agio con le contraddizioni della realtà di oggi e libera da aspirazioni avanguardistiche: una pratica che vive nel presente, e che non pretende di creare opposizioni. La freschezza dei suoi progetti è la conseguenza di questa immediatezza, di un’idea della geometria come ordine tra la moltitudine, un ordine comodo e pratico che tuttavia non porta con sè alcun bagaglio metafisico (Stan Allen).
La semplicità, come attitudine mentale e come prassi operativa, è il valore che emerge con forza anche dall’allestimento espositivo che Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa hanno realizzato nella Basilica Palladiana di Vicenza. Mai prima d’oggi un architetto aveva interpretato con tale immediatezza il rapporto con le storiche strutture del monumento cinquecentesco.
Un’immensa stanza bianca illuminata a giorno lascia appena intravedere, al di là delle sue pareti di tessuto semitrasparente, le strutture medievali del salone dei Cinquecento. Dalle eleganti logge palladiane veniamo immessi direttamente, senza soluzione di continuità, nello spazio di SANAA, nel quale sono esposte immagini, proiezioni, oggetti dall’ambigua valenza (difficile distinguere a prima vista il modello architettonico dal prototipo per un mobile, o separare nettamente la pianta di un edificio dal diagramma funzionale delle attività che vi si svolgono).
La ricerca di Sejima e Nishizawa, a partire dal minimalismo delle prime opere, approda verso atmosfere trasognate e immateriali, nel tentativo di ridurre al minimo la sostanza tettonica degli edifici. Un’architettura fatta di pilastri e pareti sottili, di trasparenze vetrate e di luci abbaglianti, che prende vita e senso compiuto dal movimento delle persone che l’attraversano.
L’associazione culturale Abacoarchitettura ha inteso, con questa mostra, valorizzare la ricerca di alcuni, fra gli architetti contemporanei, più attenti e sensibili al ruolo della loro disciplina, in ogni epoca storica, ossia quello di aiutare l’uomo a conoscere se stesso in relazione al proprio tempo e allo spazio in cui vive.
La società contemporanea tende spesso a rappresentarsi attraverso l’architettura con i valori più appariscenti e ridondanti, a volte usando ostentazione e rasentando la volgarità, sia pure con le migliori intenzioni.
La tradizione giapponese ci insegna invece, in questo campo come anche in molti altri, l’importanza del parlare sottovoce, o addirittura dello stare in silenzio, nel momento in cui si devono comunicare le cose più importanti.
Il valore del silenzio, della semplicità, della trasparenza, contrapposto al "rumore" tecnologico, all’autoreferenzialità, al bisogno di fare colpo sui media: un esempio controcorrente, quello di Sejima e Nishizawa; che dovrebbe far riflettere sulla necessità di cercare, anche per l’architettura europea contemporanea, risposte diverse, più coerenti con l’esigenza di contenimento degli sprechi (sotto tutti i punti di vista, da quello materiale a quello semantico). Una nuova architettura per una società oggi in grande mutamento rispetto al passato. Una società che, nella legittima aspirazione alla costruzione di una propria identità, rinunciando a rappresentarsi attraverso ingombranti apparati allegorici (sia pure mimetizzati dentro atmosfere high-tech), può riconoscersi anche negli spazi "senza qualità" di queste architetture dalla natura nomade e leggera.

Basilica Palladiana di Vicenza
31 ottobre 2005 – 29 gennaio 2006
Tutti i giorni 10.00/18.00
(chiuso lunedì)

(Vai a Abacoarchitettura)

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