10 Novembre 2007
Citazioni
Labirinti
Robert Morris. Cinque labirinti. Lito-serigrafia a colori. (1993-95).
“Suppongo che i labirinti si collochino […] da qualche parte tra l’architettura e la scultura. Tempo, spazio, la relazione tra la pianta vista dall’alto e la perdita di questo orientamento quando si è all’interno dei muri, sapere che si tratta di una forma molto antica, della quale possiamo far risalire l’origine alla cava magdaleina, passando per le culture celtiche e greche – il labirinto è carico di tutte queste esperienze e associazioni. È una forma che va più lontana della memoria. Sembra una sorta di architettura metafisica, un’architettura che non sia mai stata costruita realmente in tempi antichi ma piuttosto iscritta sui petroglifi , o impressa sulle monete, e più tardi rappresentata nei mosaici e nei dipinti. Oltre al fatto che le sue origini si dissolvono in un passato indecifrabile, la funzione del labirinto nei tempi passati è il soggetto di infinite controversie. Qui le metafore affluiscono e rifluiscono, i significati labirintici si riflettono nella loro stessa forma. Del resto non ho redatto queste osservazioni come sorta di raccomandazioni sul modo di esperire i labirinti che ho costruito in quanto non posso predire l’esperienza soggettiva di nessun spettatore”.1
(traduzione di Alessandra Acocella)
Robert Morris. Labirinto 1982. Fattoria di Celle a Santomato di Pistoia (foto Alessandra Acocella)
Note
1Robert Morris, From Mnemosyne to Clio: The mirror to the labyrinth (1998-1999-2000), Milano, Skira, 2000, pp. 275. Citazione a pag. 180.