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Cave di Fantiano, Taranto
U.T.C.-Settore LL. PP. di Grottaglie e d_progetti DONATI D’ELIA Associati

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La planimetria generale di progetto

E’ la gravina un crepaccio, una sorta di burrone anche molto profondo, scavato dalla penetrazione delle acque nella roccia calcarea. La Puglia ne è ricca in virtù della specifica formazione geomorfologica, con la conseguente assenza di una ben definita idrografia superficiale in favore di falde e serbatoi d’acqua in profondità (l’argomento è già introdotto in precedente post: Omaggio al Salento). Fuori terra il paesaggio si sfaccetta dunque nella serie di conformazioni tipiche quali ad esempio, oltre alla gravina, il cosiddetto pulo (ad esempio di Altamura, di Andria, di Molfetta) paragonabile alle doline carsiche. Oltre a questo, vi sono gli interventi antropici, spesso orientati a vedere nella ricchezza di materiale lapideo d’origine calcarea la facile opportunità estrattiva. S’incontrano allora sovente sul territorio siti solitamente organizzati secondo la tipologia della cava a fossa: sono esse cave generalmente inserite in un contesto pianeggiante caratterizzate dall’avere i quattro fronti ad un livello inferiore al piano di campagna circostante, e vengono classificate in base alla profondità. E’ così che da una stima superficiale si rileva in Puglia un numero di cave in disuso maggiore di quelle in attività. Rimandando per l’approfondimento ad un articolo di Antonio Aprigliano, nella sola provincia di Bari si contano più di 600 cave abbandonate, nella provincia di Lecce vi sono all’incirca 20 cave abbandonate per ogni 100 Kmq, Taranto ne conta 13 per ogni 100 Kmq, Foggia e Brindisi meno di 10; la maggior parte di questi siti risulta non avere specifici utilizzi.
Il caso di Fantiano nei pressi di Grottaglie può allora risultare emblematico quale segno d’inversione di direzione. In virtù forse della consistenza paesaggistica di per sè già monumentale ed a fronte anche dei solleciti derivanti da utilizzi impropri delle aree dismesse d’attività estrattiva alle finalità della discarica non regolamentata, gli enti territoriali ai vari livelli dal regionale al locale intraprendono dall’anno 2004 la strada dell’intervento di riqualificazione. Esso riguarda area molto ampia: circa 8 ettari a nord-ovest dell’abitato di Grottaglie, a loro volta abitati in passato fino al consolidarsi del centro urbano adiacente. L’attività estrattiva vi ha funzionato tra gli anni ’50 e ’70 di secolo scorso, permettendo d’ottenere discreti quantitativi di conci di tufo e sabbia calcarenitica.
Parallelamente al progetto, la comunicazione degli studi e degli approfondimenti alla base dell’attività di recupero, così come delle modalità del recupero stesso, risulta importante per la condivisione da parte della comunità. Non secondaria a questo scopo è la realizzazione del sito apposito cui si rimanda per approfondimenti anche storici sul caso.
Estrapoliamo infine alcuni passi della relazione di progetto per migliore descrizione delle opere.

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La collocazione dell’area

(…) Le analisi dell’area d’intervento mostrano la coesistenza di zone coltivate ad oliveto, del bosco di Pino d’Aleppo coincidente con la Gravina e le cave.
Si rileva un caratteristico paesaggio fatto di natura ma anche di suggestive forme e presenze architettoniche, resti di antiche presenze (le Grotte) e di più recenti attività estrattive (le Cave) che hanno modificato in modo sostanziale il paesaggio, diventandone parte costitutiva. Gli scarti della produzione, depositati in strati ed in cumuli, raggiungono dimensioni a volte impressionanti, addolciti nei decenni successivi dall’azione degli agenti atmosferici. Il contesto naturale appare segnato da sbancamenti, rilevati, cumuli di materiale sterile prodotto nei procedimenti di estrazione. Le masse più rilevanti e le depressioni formatesi in tutto il periodo di attività della cava, interagiscono con i torrioni (monoliti) di calcarenite rimasti, perchè non idonei allo sfruttamento.
(…) La realizzazione di un Parco Attrezzato per attività teatrali, culturali, spettacolari e del tempo libero nelle Cave di Fantiano, quale intervento di risanamento, recupero, riqualificazione e valorizzazione di tale vasta area, rappresenta l’occasione per costituire, a livello territoriale, un sistema integrato di spazi polivalenti attrezzati per la collettività.
(…) Dall’area di sedime, ove attualmente è presente la depressione del terreno oggetto di discarica abusiva, si prevede la realizzazione di una cavea che utilizzerà in parte i gradoni esistenti (oggetto della lavorazione estrattiva) ed in continuità con questi, iterando il “segno” si realizzeranno le ulteriori gradinate sempre in tufo (riutilizzando in massima parte quelli sparsi ancora presenti nel sito).
Le sedute per gli spettatori saranno realizzate in blocchi squadrati di pietra calcarea del tipo locale, mentre i gradini di smistamento saranno realizzati con mattoni in cotto tipici della produzione ceramica locale. Pertanto, sia altimetricamente che planimetricamente la cavea si adagerà ed integrerà in modo assolutamente rispettoso lo stato dei luoghi. Al di sotto di una parte di tale cavea (come fosse un’opera ipogea) saranno realizzati i servizi igienici degli spettatori e le centrali tecnologiche, sfruttando, altresì parti del vuoto costituito dalla depressione del terreno da bonificare.
Per quanto concerne invece il palcoscenico e il blocco dei camerini e servizi per gli artisti/addetti, questi saranno ubicati a ridosso dell’attuale fronte di cava, che costituirà la quinta naturale per le rappresentazioni spettacolari.
La quota altimetrica del palcoscenico e l’ingombro planimetrico dello stesso elemento coincide con l’attuale banco tufaceo e materiale di risulta presente ai piedi del fronte cava, Si prevede infatti la pulizia di dette superfetazioni e la realizzazione del palcoscenico, risagomando tale piano, il cui calpestio avrà finitura con listoni di legno trattato per esterno. Posteriormente al palcoscenico si realizzerà il blocco di camerini e servizi per gli artisti ed addetti.
Tale manufatto interamente realizzato con blocchi di tufo a vista (utilizzando ove possibile i conci presenti in loco), rispetterà l’ingombro attualmente rappresentato dall’esistente banco di cava, integrandosi pertanto in modo completo all’intorno paesaggistico.
(…)

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L’anticipazione dell’area adibita a rappresentazioni pubbliche

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Progetto: U.T.C. Settore LL.PP. Comune di Grottaglie, d_progetti DONATI D’ELIA Associati

Collaboratori: Geom. Angelo Di Bello, Geom. Vincenzo Latenza, Patrizia Donati, Arch. Alessandro Fischetti, Ing. Gerardo Bonomo, P.I. Marcelo Perrini, Carlo Siciliano, Roberto D’Elia, Chicco Raschillà.

Geologia: Geol. Jean Vincent C.A. Stefani

Fattibilità ambientale: Agr. Pietro Tripaldi

Consulenza pubblico spettacolo: Ing. Pier Paolo Raho, P.I. Luigi Calabretti

di Alberto Ferraresi

(Vai al post Omaggio al Salento)
(Vai al sito del Pulo di Altamura)
(Vai al sito del Pulo di Molfetta)
(Vai all’articolo di Antonio Aprigliano)
(Vai al sito delle Cave di Fantiano)
(Vai alle fotografie della Gravina di Fantiano)

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