Pietre dell'identità
Il Parco dei Suoni a Riola Sardo, Oristano
Pierpaolo Perra e Alberto Antioco Loche
Due vedute dall'interno del bacino di cava
E' il Sinis l'area peninsulare della Sardegna centro-occidentale raccolta poco a nord di Oristano e del suo golfo, tra Capo Mannu e Capo San Marco. L'architettura antica locale, recante testimonianze dall'era neolitica, ricorre primariamente ai lapidei della zona non solo quale esito parietale, ma come struttura.
Come riportano gli studi anche interessati alle nature litiche locali a firma di Luciana Serra e Uwe Wienke cui pure si rimanda, geologicamente si distinguono tre formazioni principali: i basalti pliocenici, che formano la superficie dell'altipiano e le colline del Capo S. Marco e di Tharros, l'arenaria eolica che caratterizza la maggior parte della pianura occidentale e settentrionale, i calcari miocenici che si riscontrano nella parte intermedia, a Capo Mannu e nella fascia costiera occidentale tra Capo Sturraggia e Putzu Idu; infine tra l'altipiano e lo Stagno di Cabras incontriamo anche una zona di arenaria marina quaternaria.
Proprio nelle vicinanze di Riola Sardo poco a Nord dello stagno di Cabras, sorge quale esito concorsuale per il recupero delle cave dismesse di pietra arenaria il Parco dei Suoni su disegno degli architetti Alberto Antioco Loche e Pierpaolo Perra. Esso si disegna entro il bacino di scavo in cui ha operato l'attività d'estrazione, recuperato nei suoi tratti fondamentali resi monumentali dal semplice sgombero d'ogni elemento estraneo legato all'industria dell'uomo. Tutto l'intervento si mantiene con nettezza entro la linea orizzontale segnata dallo skyline, riferimento assunto quale vincolo dominante dai progettisti per i nuovi inserimenti, con particolare sguardo all'edificio segnante il bordo del bacino di scavo.
L'architettura si fa qui portatrice di volontà travalicanti le sole specifiche disciplinari. Nel nome stesso attribuito all'area di progetto, ora Parco dei Suoni, si legano infatti almeno due valenze. Da un lato il richiamo è all'esperienza sensibile diretta di chi fruisce lo spazio avendo in ritorno l'effetto particolare di eco e calpestio all'interno del piccolo canyon. Dall'altro invece il richiamo è alla candidatura del teatro all'aperto occupante la porzione opposta al nuovo edificio entro il bacino di scavo, quale sede per rappresentazioni musicali d'ogni tipo, con speciale attenzione a quelle di natura locale e tradizionale. Con coinvolgimento dei medesimi progettisti alle fasi organizzative prende qui luogo la manifestazione etno-musicale "Musiche nel Sinis" poggiante sul ricco patrimonio musicale regionale.
Solo di poco più velate paiono essere presenti altre due intenzioni di progetto eccedenti lo spazio fisico d'intervento: le volontà di connessione fra la nuova polarità ricavata all'interno delle cave dismesse con le realtà d'immediata vicinanza sia dei parchi naturalistici, sia dei siti archeologici. Alla prima, già racchiusa nel nome della struttura di Loche e Perra, fa eco dunque l'Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre; alla seconda, con la ripulitura delle sponde arenarie della cava a riottenere suggestione quasi primigenia, risuona non solo la ricca presenza nuragica ma pure il noto insediamento di Tharros in cima al golfo di Oristano.
Sotto questi aspetti appare chiaro come l'intervento si produca in slanci dai contenuti urbanistici sovralocali importanti, anche alla volta della ricercata "destagionalizzazione" del turismo sull'Isola.
Planimetria generale dell'area d'intervento
Alla scala architettonica il ridisegno degli spazi di scavo si completa di tre elementi principali: la zona delle rappresentazioni all'aperto ad un estremo della L di cava, poi le sculture sonore a ridosso delle quali si pone la vasca per la fitodepurazione – anch'essa contribuente col fragore contenuto delle ricadute d'acqua all'esperienza sonora dei fruitori – in posizione nodale fra i due bracci dello scavo, infine l'edificio contenente i servizi principali, alcuni uffici, sale polivalenti ed espositive.
Lo sfondo costituito dalle bordure d'arenaria rossiccia è scenografia continua per il visitatore, condotto per interni ed esterni da questa sorta d'eco visivo, rassicurante per solidità e tonalità calde. All'esperienza sonora s'accompagna dunque quella delle inquadrature dello sguardo e pure, nei tagli regolari delle incisioni, il rimando a quella tattile.
L'edificio propone verso esterno affacci e geometrie nette, con questa strategia anche interpretando il carattere massivo del luogo. Tale rigoroso lineare rivolgersi ed osservare lo spazio aperto da parte dell'architettura è stemperato con passaggi graduali. Sul margine esterno è realizzato un imponente colonnato in pietra arenaria di nuovo taglio: esso è pensato forse originariamente come sorta di setto isodomo valicato da squarci irregolari per direzione, ad inquadrare variamente l'intorno ed a garantire l'ingresso controllato e non prevalente del sole. Le differenti linee generatrici delle aperture impongono ai progettisti scelte da effettuarsi lavorando caso per caso con i conci rettangolari ai vertici dei montanti; tutte comunque ci pare siano ricondotte alle tre casistiche della spigolatura viva, dell'elemento lievemente sporgente in angolo con alternanza dei corsi lapidei, della smussatura nello spessore del concio.
Il colonnato protegge un ampio portico a filtro fra interno ed esterno. E' questo ombreggiato da un pergolato di frangisole sostenuti da esili membrature metalliche, alla cui riuscita anche sonora le brezze marine partecipano con sibilo lieve. Nella dialettica fra esilità e massività costruite e ricostruite si percepisce per così dire un'energia sottile e positiva, costante alla base del progetto.
Le fotografie a corredo sono di Paolo Abis, Giorgio e Simone Cireddu, Maria Franca Perra.
Il colonnato ed il portico sul fronte principale dell'edificio
di Alberto Ferraresi
Ideazione progetto e direzione dei lavori
Arch. Pierpaolo Perra, (Capogruppo)
Arch. Alberto A. Loche
Gruppo di progettazione e prestazioni specialistiche
Prof. Arch. Guido Ferrara, (paesaggista e responsabile dell'integrazione delle prestazioni specialistiche)
Prof. Arch. Alberto Breschi,
Prof. Arch. Giuseppe Cruciani Fabozzi,
Ingegneria e Acustica
Ing. Maurizio Boi (Tecnolav Enginering)
Ing. Stefano Lampis, Arch. Emilio Guazzone
Prefattibilità Ambientale
Ing. Alessandro Di Gregorio
Agr. Raimondo Congiu
Consulenti
Prof. Geol. Felice Di Gregorio, Prof. Raimondo Zucca, Arch. Gabriele Moretti
Sicurezza dei lavori
Ing. Stefano Lampis
Committente:
Amministrazione Comunale di Riola Sardo (OR)
Localizzazione:
Comune di Riola Sardo (OR), località Su Cuccuru Mannu
Impresa esecutrice
CO.SA.CO S.r.l. (capofila) Opere edili e paesaggistiche
SA.IM.E S.n.c. Impianto elettrico ed illuminotecnico
Meloni arredamenti Arredamenti
Ente Finanziatore
Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato alla difesa dell'Ambiente (Fondi P.O.P.)
Cronologia
2003: progetto esecutivo
2004-2007: realizzazione
Dati dimensionali
Superficie totale del parco: 50.000 mq
Superficie Centro Visite: 600 mq
Volume totale: 2100 mc
(Vai agli itinerari del Sinis)
(Vai agli studi di Luciana Serra e Uwe Wienke)
(Vai al sito di Musiche nel Sinis)
(Vai al sito dell'Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre)
5 Dicembre 2007
Il Parco dei Suoni a Riola Sardo, Oristano
Pierpaolo Perra e Alberto Antioco Loche
Due vedute dall'interno del bacino di cava
E' il Sinis l'area peninsulare della Sardegna centro-occidentale raccolta poco a nord di Oristano e del suo golfo, tra Capo Mannu e Capo San Marco. L'architettura antica locale, recante testimonianze dall'era neolitica, ricorre primariamente ai lapidei della zona non solo quale esito parietale, ma come struttura.
Come riportano gli studi anche interessati alle nature litiche locali a firma di Luciana Serra e Uwe Wienke cui pure si rimanda, geologicamente si distinguono tre formazioni principali: i basalti pliocenici, che formano la superficie dell'altipiano e le colline del Capo S. Marco e di Tharros, l'arenaria eolica che caratterizza la maggior parte della pianura occidentale e settentrionale, i calcari miocenici che si riscontrano nella parte intermedia, a Capo Mannu e nella fascia costiera occidentale tra Capo Sturraggia e Putzu Idu; infine tra l'altipiano e lo Stagno di Cabras incontriamo anche una zona di arenaria marina quaternaria.
Proprio nelle vicinanze di Riola Sardo poco a Nord dello stagno di Cabras, sorge quale esito concorsuale per il recupero delle cave dismesse di pietra arenaria il Parco dei Suoni su disegno degli architetti Alberto Antioco Loche e Pierpaolo Perra. Esso si disegna entro il bacino di scavo in cui ha operato l'attività d'estrazione, recuperato nei suoi tratti fondamentali resi monumentali dal semplice sgombero d'ogni elemento estraneo legato all'industria dell'uomo. Tutto l'intervento si mantiene con nettezza entro la linea orizzontale segnata dallo skyline, riferimento assunto quale vincolo dominante dai progettisti per i nuovi inserimenti, con particolare sguardo all'edificio segnante il bordo del bacino di scavo.
L'architettura si fa qui portatrice di volontà travalicanti le sole specifiche disciplinari. Nel nome stesso attribuito all'area di progetto, ora Parco dei Suoni, si legano infatti almeno due valenze. Da un lato il richiamo è all'esperienza sensibile diretta di chi fruisce lo spazio avendo in ritorno l'effetto particolare di eco e calpestio all'interno del piccolo canyon. Dall'altro invece il richiamo è alla candidatura del teatro all'aperto occupante la porzione opposta al nuovo edificio entro il bacino di scavo, quale sede per rappresentazioni musicali d'ogni tipo, con speciale attenzione a quelle di natura locale e tradizionale. Con coinvolgimento dei medesimi progettisti alle fasi organizzative prende qui luogo la manifestazione etno-musicale "Musiche nel Sinis" poggiante sul ricco patrimonio musicale regionale.
Solo di poco più velate paiono essere presenti altre due intenzioni di progetto eccedenti lo spazio fisico d'intervento: le volontà di connessione fra la nuova polarità ricavata all'interno delle cave dismesse con le realtà d'immediata vicinanza sia dei parchi naturalistici, sia dei siti archeologici. Alla prima, già racchiusa nel nome della struttura di Loche e Perra, fa eco dunque l'Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre; alla seconda, con la ripulitura delle sponde arenarie della cava a riottenere suggestione quasi primigenia, risuona non solo la ricca presenza nuragica ma pure il noto insediamento di Tharros in cima al golfo di Oristano.
Sotto questi aspetti appare chiaro come l'intervento si produca in slanci dai contenuti urbanistici sovralocali importanti, anche alla volta della ricercata "destagionalizzazione" del turismo sull'Isola.
Planimetria generale dell'area d'intervento
Alla scala architettonica il ridisegno degli spazi di scavo si completa di tre elementi principali: la zona delle rappresentazioni all'aperto ad un estremo della L di cava, poi le sculture sonore a ridosso delle quali si pone la vasca per la fitodepurazione – anch'essa contribuente col fragore contenuto delle ricadute d'acqua all'esperienza sonora dei fruitori – in posizione nodale fra i due bracci dello scavo, infine l'edificio contenente i servizi principali, alcuni uffici, sale polivalenti ed espositive.
Lo sfondo costituito dalle bordure d'arenaria rossiccia è scenografia continua per il visitatore, condotto per interni ed esterni da questa sorta d'eco visivo, rassicurante per solidità e tonalità calde. All'esperienza sonora s'accompagna dunque quella delle inquadrature dello sguardo e pure, nei tagli regolari delle incisioni, il rimando a quella tattile.
L'edificio propone verso esterno affacci e geometrie nette, con questa strategia anche interpretando il carattere massivo del luogo. Tale rigoroso lineare rivolgersi ed osservare lo spazio aperto da parte dell'architettura è stemperato con passaggi graduali. Sul margine esterno è realizzato un imponente colonnato in pietra arenaria di nuovo taglio: esso è pensato forse originariamente come sorta di setto isodomo valicato da squarci irregolari per direzione, ad inquadrare variamente l'intorno ed a garantire l'ingresso controllato e non prevalente del sole. Le differenti linee generatrici delle aperture impongono ai progettisti scelte da effettuarsi lavorando caso per caso con i conci rettangolari ai vertici dei montanti; tutte comunque ci pare siano ricondotte alle tre casistiche della spigolatura viva, dell'elemento lievemente sporgente in angolo con alternanza dei corsi lapidei, della smussatura nello spessore del concio.
Il colonnato protegge un ampio portico a filtro fra interno ed esterno. E' questo ombreggiato da un pergolato di frangisole sostenuti da esili membrature metalliche, alla cui riuscita anche sonora le brezze marine partecipano con sibilo lieve. Nella dialettica fra esilità e massività costruite e ricostruite si percepisce per così dire un'energia sottile e positiva, costante alla base del progetto.
Le fotografie a corredo sono di Paolo Abis, Giorgio e Simone Cireddu, Maria Franca Perra.
Il colonnato ed il portico sul fronte principale dell'edificio
di Alberto Ferraresi
Ideazione progetto e direzione dei lavori
Arch. Pierpaolo Perra, (Capogruppo)
Arch. Alberto A. Loche
Gruppo di progettazione e prestazioni specialistiche
Prof. Arch. Guido Ferrara, (paesaggista e responsabile dell'integrazione delle prestazioni specialistiche)
Prof. Arch. Alberto Breschi,
Prof. Arch. Giuseppe Cruciani Fabozzi,
Ingegneria e Acustica
Ing. Maurizio Boi (Tecnolav Enginering)
Ing. Stefano Lampis, Arch. Emilio Guazzone
Prefattibilità Ambientale
Ing. Alessandro Di Gregorio
Agr. Raimondo Congiu
Consulenti
Prof. Geol. Felice Di Gregorio, Prof. Raimondo Zucca, Arch. Gabriele Moretti
Sicurezza dei lavori
Ing. Stefano Lampis
Committente:
Amministrazione Comunale di Riola Sardo (OR)
Localizzazione:
Comune di Riola Sardo (OR), località Su Cuccuru Mannu
Impresa esecutrice
CO.SA.CO S.r.l. (capofila) Opere edili e paesaggistiche
SA.IM.E S.n.c. Impianto elettrico ed illuminotecnico
Meloni arredamenti Arredamenti
Ente Finanziatore
Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato alla difesa dell'Ambiente (Fondi P.O.P.)
Cronologia
2003: progetto esecutivo
2004-2007: realizzazione
Dati dimensionali
Superficie totale del parco: 50.000 mq
Superficie Centro Visite: 600 mq
Volume totale: 2100 mc
(Vai agli itinerari del Sinis)
(Vai agli studi di Luciana Serra e Uwe Wienke)
(Vai al sito di Musiche nel Sinis)
(Vai al sito dell'Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre)
5 Dicembre 2007