23 Luglio 2015
Opere di Architettura
LA PETITE | Cocktail-Restaurant
Deferrari+Modesti
La piccola insegna sulla parete litica (foto: Medisproject)
Progettazione di qualità per il centro storico di Firenze
Nel centro storico di Firenze, tra quelle strade che alla fine dell’Ottocento sono state protagoniste di aspre battaglie volte a salvaguardare l’antico cuore della città da sventramenti e ricostruzioni di interi settori edilizi nel nome di una “rinnovata e sana” urbanizzazione troviamo oggi, in via Pellicceria, un piccolo locale dall’apparenza discreta caratterizzato da una sottile eleganza studiata in ogni minimo dettaglio.
Si chiama “La Petite” questo cocktail-restaurant risultato della convergenza di quattro giovani menti: due committenti, imprenditori provenienti da una famiglia di ristoratori, due architetti, fondatori dello studio di progettazione DEFERRARI+MODESTI.
L’idea iniziale di unire in un unico organismo architettonico un fondo commerciale con un attiguo ristorante, già esistente, è stata l’occasione per restituire ad uno spazio diventato angusto e frammentato a causa della presenza di un soppalco e di una scala troppo grande e mal posizionata, le altezze tipiche del fabbricato ottocentesco e, di conseguenza, il volume e la profondità originali.
Piante (elaborazione grafica Deferrari+Modesti)
Gli architetti Javier Deferrari e Lavinia Modesti, ricevuto l’incarico nel 2012, considerate le esigenze dei committenti, dopo un’attenta analisi dell’esistente decidono di eliminare le vecchie sovrastrutture per rendere il locale, seppur sempre di dimensioni contenute, ricco di nuova luce e ariosità. Nell’arco di circa un anno rinnovano così ogni elemento, dal collegamento verticale ai rivestimenti parietali, all’arredo.
Il locale risulta oggi composto da due livelli resi comunicanti da una nuova scala che, posizionata vicino all’ingresso, diventa il fulcro spaziale dell’ambiente. Il suo sviluppo, in parte in linea in parte a ventaglio, consente di contenerne l’ingombro, mentre la struttura, in lame di acciaio alternate a originali fascette di pelle, rende permeabile il movimento dei clienti tra i due livelli. I sottili gradini, rivestiti in legno, accentuano l’idea di trasparenza e leggerezza che la caratterizza e il cordino in pelle chiara tesse e rende vibrante il parapetto, contribuendo a smaterializzarne visivamente la struttura metallica.
La scala (foto: Medisproject)
Al piano terra si trova il cocktail-bar, uno spazio del movimento permeabile al passaggio diretto tra esterno e interno e quindi adatto ad un cocktail o a un pranzo veloce. Al primo piano si trova il ristorante, una sala luminosa dall’atmosfera raccolta, intima e accogliente, dove è piacevole intrattenersi pasteggiando con calma.
Una parete litica, luminosa e vibrante
Al piano terra, gli elementi d’arredo funzionali al locale sono fronteggiati da una parete nella quale convergono architettura, scultura e design. Si tratta di una vera e propria scultura parietale in travertino chiaro che rischiara l’ambiente divenendone punto focale.
Vista della sala al piano terreno (foto: Medisproject)
“Molteplici sono le suggestioni che hanno corroborato l’idea attorno alla quale la parete ha preso forma”, raccontano gli architetti, “i paramenti murari e i lastricati di Firenze costituiscono un primo riferimento: pietre lisce giustapposte a rugose, superfici levigate accanto a scalpellate, rigate, bocciardate; la geometria, la tridimensionalità delle bugne. Ma non solo il contesto più autentico e genuino è stato fonte di ispirazione. Questi interessi sono stati intercettati con una suggestione che deriva dall’arte. Così le sculture parietali di Costantino Nivola hanno anch’esse lasciato la loro traccia nel disegno della parete”.
Quella plastica decorativa legata all’architettura che tanto celebre ha reso Nivola tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta del Novecento, viene filtrata attraverso uno studio sulla lavorazione superficiale delle facciate litiche fiorentine e reinterpretata attraverso una composizione di elementi lapidei prismatici dalla sezione triangolare che, posti l’uno accanto all’altro con inclinazioni diverse, creano un effetto vibrante e cangiante, mutevole con la luce e variabile grazie al disegno delle ombre.
Sezioni (elaborazione grafica Deferrari+Modesti)
La scultura parietale (foto: Medisproject)
“Per raggiungere questo risultato”, riportano ancora gli architetti, “la nostra ricerca si è indirizzata nella progettazione di un unico elemento in grado, a seconda della sua rotazione e della giustapposizione degli elementi tra loro, di creare infinite configurazione variabili nella loro geometria. Non potendo però attendere il processo di industrializzazione dell’elemento, la parete è stata poi realizzata, come fosse la prototipazione di questo studio, scomponendo l’elemento in lastre triangolari di travertino, di spessore variabile, incollate ciascuna su supporti diversi. Per ottenere la complessità geometrica ed il gioco di ombre ricercato, è stato studiata la posizione e la rotazione di ogni singolo pezzo”.
Interni studiati in ogni dettaglio
Entrambi i livelli del locale risultano caratterizzati da una minuzioso studio della forma, della scelta materica, del colore, della collocazione e illuminazione di ciascun elemento di arredo.
A piano terra i tavolini alti da bar rispondono a due diverse necessità: accoppiati, divengono tavoli per pasteggiare in compagnia, addossati in linea alla parete, costituiscono un piano di appoggio.
Viste della sala al primo piano (foto: Medisproject)
Al piano superiore la saletta offre un ambiente raccolto, quasi un salotto domestico: una grande panca ricoperta di cuscini sottolinea la parete di fondo, opposta alle due grandi finestre, affaccio sulla strada e fonte di luce naturale. Le pareti laterali ospitano un sistema di mensole all’altezza dei tavoli accompagnate da corpi illuminanti versatili nel loro utilizzo perché orientabili verso i tavoli per un’illuminazione diretta o contro la parete, per un effetto di luce più diffusa.
A terra, un pavimento in vinile intrecciato dà la sensazione di un grande e unico tappeto scuro che sembra volersi rendere anonimo e neutro per lasciare spazio all’importante soffitto affrescato dove una quadratura neoclassica circonda la superficie che si apre illusionisticamente verso il cielo.
di Sara Benzi