4 Luglio 2013
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BATHING IN LIGHT
Sei creativi presentano il marmo turco
L’unicità della storia della pietra naturale turca viene svelata nella mostra Bathing in light, una speciale esposizione organizzata dall’Istanbul Mineral Exporters’ Association (IMIB) e curata dallo studio di design turco Demirden Design.
Sei i designer e architetti, di diverse discipline, che hanno accettato di collaborare a questo progetto: gli architetti Massimiliano-Doriana Fuksas (Italia), Melkan Gursel-Murat Tabanlioglu (Turchia) e Alisan Cirakoglu (Turchia); l’industrial designer Mathieu Lehanneur (Francia); lo stilista turco Dice Kayek e infine il designer-artist francese Arik Levy.
Partendo dal marmo, un elemento che fa parte di una tradizione che risale a quattromila anni fa, gli autori hanno creato opere in un mix di design contemporaneo, tradizione e miti turchi. Bathing in light verte sul modo in cui marmo, acqua e luce si sono sempre uniti a formare una combinazione ideale per esprimere i concetti di pulizia e purezza. In questa interazione con gli altri elementi, il marmo rappresenta la superficie ideale, liscia, lucente e specchiante, che raggiunge il suo massimo splendore quanto viene toccata dagli altri due elementi.
Queste installazioni, nelle quali il marmo dal potenziale illimitato è il materiale principale, sono state create per esprimere un’inesauribile fonte di leggende e miti passati e presenti. Realizzate da produttori e artigiani turchi, le installazioni sono collegate tra loro, come perle di una collana, da un percorso in legno.
L’esposizione rivela le caratteristiche visive e tattili del marmo e delle pietre naturali, invitando i visitatori a un vero viaggio spirituale. Un materiale di base nelle più grandi opere artistiche e architettoniche turche, il marmo, preservato dalle devastazioni del tempo, è tuttora uno dei principali testimoni dell’avvicendarsi delle civilizzazioni: dall’Antichità Classica ai Bizantini, dagli Ottomani ai giorni nostri.
L’ORGANIZZATORE: ISTANBUL MINERAL EXPORTERS’ ASSOCIATION
Uno dei più antichi produttori di marmo, con una tradizione quadri-millenaria, la Turchia ha sempre affascinato il mondo intero con le sue pietre naturali, che sono già diventate dei noti marchi. Tra 132 paesi esportatori di minerali, la Turchia occupa al momento il ventottesimo posto per valore della produzione e il decimo per gamma di minerali. La Turchia è quindi un paese leader tra gli esportatori, e possiede un tesoro unico di marmi di centoventi colori e disegni diversi.
L’esposizione Bathing in light, è organizzata dall’Instanbul Mineral Exporters’ Association, che con questo evento vuole comunicare l’importanza che l’industria turca delle pietre naturali attribuisce al design e all’innovazione, rafforzando il concetto di paese come centro di produzione di questi materiali preziosi. La sua mission è la promozione dei minerali e delle pietre naturali nei mercati in cui è presente e nei mercati in target, per contribuire allo sviluppo del settore, al miglioramento dell’immagine e delle esportazioni potenziali. L’Istanbul Mineral Exporters’ Association (IMIB) è un’organizzazione professionale non-profit che rappresenta 2.335 membri e si occupa di tutte le attività di esportazione del settore minerale in Turchia.
IL CURATORE: DEMIRDEN DESIGN
Il curatore dell’esposizione, Demirdem Design, è uno studio di Istanbul che si occupa di design d’interni e gestione della corporate identity. Fondato nel 1994 da tre fratelli designer Mehtap Obuz, Demir Obuz e Sema Obuz, Demidren Design sviluppa progetti di graphic, product, brand, event design, e si è aggiudicato diversi premi a livello internazionale. Nel 2009 ha creato ilio, un marchio di articoli per la tavola di grande successo, considerato il più innovativo nel suo campo.
ALISAN CIRAKOGLU: DEEP LIGHT
“Mentre il visitatore attraversa la piattaforma, i muri diventano scenario per la luce che, al tempo stesso, li attraversa, riflessa da una superficie a squame. Nell’installazione si combinano due fonti contrastanti. Dall’esterno, tra le volute della sua antica sostanza, il marmo lascia passare la luce del sole. All’interno, la luce artificiale vi aggiunge dei colori, cercando di penetrare in profondità e riflettendosi sulle superfici irregolari. Mentre la luce dà vita allo spazio e lo purifica, il marmo gli dà struttura e ritmo, trasformando l’energia in musica per gli occhi”.
ARIK LEVY: BECOME MARBLE
“Leggendo il brief del progetto, il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato il potere della pietra. Volevo soltanto aggrapparmi a una pietra e diventare di marmo io stesso. Questa installazione invita i visitatori ad attraversarla, ad entrare in un canyon di trasformazione, un viaggio di transizione da uno stato mentale ad un altro, da una sensazione ad un altra, da stato liquido a solido e poi di nuovo liquido. È un’esperienza mentale, fisica ed emozionale. Il livello orizzontale descrive il tempo necessario alla creazione e formazione delle pietre, la loro storia. Questo livello rappresenta anche la nostra crescita: il progresso della tecnologia che va di pari passo con l’umanità e la spiritualità”.
DICE KAYEK: NEBULA
“Con la sua forza e il suo aspetto elegante, il marmo è stato per secoli un componente costruttivo indispensabile nella cultura dell’hammam turco. Questa installazione rappresenta un’esplorazione delle proprietà spirituali del materiale, oltre che delle sue qualità strutturali e visibili. Al tempo stesso, è anche una commemorazione della cultura dell’hammam come luogo di rigenerazione, contemplazione e pace.
La più grande sfida posta da questa installazione è stata trovare il modo in cui modulare la luce per creare un ambiente attivo. Dato che la parete circolare è formata da lastre di marmo che ruotano lentamente, ci si muove costantemente tra interno ed esterno, mentre un getto di vapore fuoriesce da piccole aperture nel pavimento. Osservandolo dall’esterno, si ha l’impressione che lo spazio respiri. Una volta all’interno, è possibile percepire la luce in costante movimento. Dall’alba al tramonto, la rotazione delle lastre e la maniera in cui riflettono la luce creano un effetto quasi sovrannaturale, mentre le nuvole di vapore contribuiscono ad allontanare il visitatore dall’ambiente circostante. Ci sono delle nuvole in alto, in contrasto con quelle che salgono dal pavimento, e c’è un’opposizione tra dentro e fuori- questa relazione crea una percezione di ricchezza inesauribile e impressioni in continuo cambiamento”.
MATHIEU LEHANNEUR: LIQUID MARBLE
“Basato sull’idea di mostrare l’effimero- di catturare i momenti indistinti, casuali, e di trasformarli in qualcosa di solido- il progetto ‘Liquid Marble’ esplora le possibilità del modeling 3D basato su algoritmi, cercando di trattenere e congelare quello che normalmente svanisce.
Speriamo che, entrando in questo spazio, il visitatore possa provare qualcosa che si avvicini alle sensazioni provate da Alice durante il suo viaggio nel Paese delle Meraviglie, o a ciò che succede ai tanti personaggi delle fiabe quando attraversano il portale per entrare in un luogo magico e proibito. Tutto è liquido ed evanescente in questo spazio, nonostante sia realizzato con un materiale che rappresenta la solidità per antonomasia”.
DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS: ASIA
“L’obiettivo è stato quello di mettere in risalto le peculiarità estetiche e funzionali del marmo e al contempo avvicinare il pubblico a un’esperienza diversa nell’utilizzo di questo pregiato materiale.
Nel concept, il segno architettonico muta l’ambiente espositivo in una struttura minerale. Marmo nero per la pavimentazione e le pareti laterali, e marmo bianco, particolarmente luminoso, per il corpo dell’installazione. Una preziosa concatenazione di dodecaedri in marmo bianco si solleva da terra, come a trarne forza. Da un punto di vista prospettico l’installazione si sviluppa in altezza con un irregolare andamento sinusoidale, quasi come arrampicandosi lungo la parete in marmo nero.
Forme scultoree dal design geometrico, fratture, tagli, luci che attraversando lo spettro dei colori giallo, rosso, blu pulsano come un respiro interno nel cuore di alcuni degli elementi che compongono l’installazione; concepita non come un mero oggetto da contemplare, ma come un’esperienza catalizzante. Una narrazione artistica del mondo minerale”.
TABANLÌGLU ARCHITECTS: FORMS OF CONTINUITY OF SPACE
“Nonostante la loro diversità, i pezzi di marmo che sono stati riuniti in questo spazio creano un insieme continuo e armonico, come gli organismi che costituiscono un solo corpo. È una continuità che – a causa del materiale – implica anche ‘eternità’, e ogni elemento è posizionato in modo tale che essi suggeriscano movimento, fluidità e una transizione senza fine.
Riflessioni sul processo per cui minerali di carbonato si cristallizzano in pezzi di marmo, ci ha fatto decidere di creare uno spazio di scintilli e bagliori. In contrasto con il suo carattere robusto, i lampi, che il marmo riflette, aggiungono dinamica allo spazio, e danno forma. Le superfici lucide sono come uno specchio, che riflette e duplica le immagini alterando, di seguito, lo stato d’animo.
‘Tempo e spazio sono relativi al movimento di un osservatore e non sono indipendenti l’uno dall’altro.’ Qui, l’osservatore nella scatola nera diventa inevitabilmente il testimone di un esperimento, esposto alle immagini che si sovrappongono costantemente. Il mondo interiore della pietra è rivelato dal silenzio delle pareti esterne “.
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