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20 Gennaio 2009

Opere di Architettura

Centro Balear de Innovaciòn Tecnologica a Inca,Maiorca (1995-1998)
di Alberto Campo Baeza*

English version

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Prospettiva del giardino segreto. Il muro rivestito di travertino

Kenneth Frampton, nel suo Tettonica e architettura. Poetica della forma architettonica nel XIX e XX secolo 1, in riferimento alle teorie semperiane, definisce chiaramente due distinte concezioni costruttive, identificabili con i termini stereotomico e tettonico. Campo Baeza, negli scritti e soprattutto nei progetti, dà corpo alle due concezioni, intrecciandole con le linee portanti del proprio lavoro – indirizzate alla valorizzazione di gravità e luce – fino a renderle idea costruita. Scrive l’architetto madrileno: “La Gravità costruisce lo Spazio, la Luce costruisce il Tempo. Ecco le questioni centrali dell’Architettura: il controllo della Gravità e il dialogo con la Luce”.
In questa architettura, esemplare per la sua precisione concettuale, “l’emozione della Bellezza” immaginata dall’autore incentrata sull’idea del “giardino segreto”; l’intorno dell’opera è reso visivamente inaccessibile da un recinto che “materializza” un interno, intenso e poetico, sospeso fra cielo e terra. Il programma del concorso, vinto da Campo Baeza nel 1996, prevedeva per il Centro BIT la costruzione di uffici per la ricerca e lo studio di tecnologie avanzate, nel lotto triangolare collocato all’interno del polo industriale.

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Pianta del piano terreno

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Campo Baeza cristallizza la forma dell’area in un perfetto triangolo rettangolo isoscele, con i due lati uguali lunghi 100 metri. Il recinto è organizzato su un podio che innalza il suolo, rispetto all’esterno, fino all’altezza degli occhi, fisicizzando la linea dell’orizzonte. Un riferimento ed un omaggio alla precisione del podio del Partendone di Iktinos e Kallicrates, ma anche al piano orizzontale “librato a mezz’aria” della Farnsworth House di Mies van der Rohe.
Il basamento, coronato dal recinto murario lungo tutto il perimetro, si presenta come una scatola di pietra aperta verso il cielo; una sorta di podio invertito. Dall’esterno invece risulta una forma pura, unica, anonima; un blocco di pietra di Marès (la stessa pietra locale utilizzata da Utzon a Maiorca) individua un muro di spessore 20 cm, senza funzioni portante, che riveste tutto il perimetro; la sola eccezione resta la zona di accesso, dove è possibile percepire l’altezza del podio e la natura dei materiali utilizzati.

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La teoria di colonne prospicienti il giardino con gli aranci

Entro il recinto lo spazio è organizzato secondo una griglia di 6×6 m impostata a partire dall’angolo retto, estesa – poi – omogeneamente a tutta l’agorà interna; le colonne di metallo, poste a sorreggere copertura in calcestruzzo, scandiscono in forma puntuale la griglia e sono sostituite da alberi di aranci nella area scoperta. La grande essenzialità strutturale e il ritmo compositivo delle colonne della Moschea di Cordoba hanno suggerito lo stesso rigore nella ripetizione degli elementi tettonici della griglia interna. L’invaso, fisicizzato dalla presenza del recinto, è uno spazio continuo ed unitario dove le differenziazioni – fra zone coperte e scoperte, fra l’interno e l’esterno – sono ridotte al minimo. Campo Baeza, “affascinato” dal vetro senza infisso della grande apertura della casa di Barragan, trasforma muri in vetrate ininterrotte per garantire la continuità orizzontale.
Tutto il recinto, che si eleva dal suolo in continuità materica rispetto al piano di calpestio, è rivestito con lastre di travertino romano di grande formato, spesse 3 cm. Nel piano orizzontale le lastre sono montate a giunto aperto, secondo una maglia quadrata in continuità con la griglia ordinatrice, mentre nelle superfici parietali assumono la forma rettangolare, di dimensione doppia, e sono disposte orizzontalmente.

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Prospettiva del giardino segreto

Negli schizzi di studio di Campo Baeza ritroviamo ben identificate le parti tettoniche e stereotomiche dell’edificio, compenetrate reciprocamente. La parte tettonica del “giardino segreto” – aerea, leggera, inondata di luce – è inserita all’interno del volume stereotomico del basamento che comprende anche il recinto laterale. L’anfiteatro a gradoni in travertino sottolinea ulteriormente l’azione di scavo all’interno della massa del basamento. L’idea di massa svuotata sfrutta la matericità della pietra, d’aspetto omogeneo, senza giunti evidenti o texture particolari.
Le funzioni seguono con precisione i contenuti tematici e concettuali dell’edificio. Il piano all’interno del basamento chiuso contiene tutti i servizi e gli impianti tecnologici necessari al fine di liberare completamente il piano superiore, il luogo di lavoro, suddiviso internamente solo da mobili, nel giardino segreto trova uno spazio continuo, rarefatto, immerso nei profumi degli aranci e dei fiori dei rampicanti.

Gabriele Lelli

Vai al sito di Campo Baeza

Note
*Il saggio è tratto dal volume di Alfonso Acocella, L’architettura di pietra, Firenze, Lucense-Alinea, 2004, pp. 624.
1 Kenneth Frampton, Tettonica e architettura, Milano, Skira, 1999 (ed. or. Studies in Tectonic Culture: The Poetics of Construction in Nineteenth and Twentieth Century Architecture, 1993), pp. 447.

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