20 Maggio 2008
Design litico
Il corpo, la pietra, l’ambiente bagno.
Bagno con rivestimenti e sanitari in pietra naturale disegnati e realizzati da PIBA Marmi. Vasca Citrohan in Granada Beige, lavabo Jeanneret e panca Dominò in Nero Assoluto finitura velluto, divisorio doccia in Statuario Venato.
Le caratteristiche sensoriali della materia lapidea naturale, unitamente al complesso portato di valori intellettuali traslati che essa conserva per l’immaginario collettivo, suscitano oggi un rinnovato interesse per il design di oggetti e ambienti litici che assumono un particolare significato funzionale e simbolico per la società contemporanea.
Nell’analizzare tale fenomeno l’attenzione non deve tanto ricadere sul prodotto di design come processo, quanto piuttosto sul prodotto come elemento costitutivo fondamentale di un contesto spaziale, sociale, e in ultima analisi culturale; e tutto ciò in una prospettiva di osservazione condotta in parallelo tra i caratteri del progetto di design e la dimensione corporea dell’osservatore e del fruitore del terzo millennio.
Se da un lato si può infatti affermare che la contemporaneità si basa sulla smaterializzazione dei processi, dall’altro essa è quasi maniacalmente interessata alla dimensione corporea e materiale della vita umana e alle sue dinamiche espressive e sensoriali; si tratta di una condizione ben rappresentata dai flussi comunicativi dello scenario globale attuale (dalla stampa periodica ad alta tiratura all’informazione televisiva; dalle più raffinate politiche d’immagine dei marchi del lusso alle più sbrigative campagne pubblicitarie di massa) che tendono a plasmare pesantemente la sfera cognitiva del soggetto riferendosi con sempre maggior frequenza, e in modo sempre più capillare, agli ambiti della corporeità e del benessere fisico prima ancora che psichico.
Così i prodotti e le pratiche dedicati alla cura del corpo diventano i segni distintivi di un nuovo organicismo, capace di ridisegnare radicalmente le esperienze sensoriali ed emotive dell’uomo. Ecco allora che i luoghi deputati al “culto” del corpo assumono una nuova centralità e subiscono mutazioni sostanziali nella struttura e nell’immagine: primo fra tutti il bagno che sempre più spesso, sia nel contesto residenziale privato, che nei luoghi di frequentazione pubblica di SPA, wellness e fitness center, diventa lo spazio dedicato a pratiche di body care che superano le sole valenze igieniche per sconfinare in funzioni terapeutiche e di metamorfosi estetica del soggetto.
Bagno con rivestimenti e sanitari in pietra naturale disegnati e realizzati da PIBA Marmi. Vasca Tinozza e lavabi Catino in Pietra Zen, piatto doccia Idro in Grigio Ash.
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Come già è accaduto in passato per altri ambienti funzionali, anche il bagno si apre e si espande, il concetto di soglia del vano di servizio cade, l’ambiente per la cura del corpo diventa sofisticato e complesso e si fonde ad esempio con la camera per il riposo; le sue partizioni tipologiche e funzionali si rarefanno, esso diventa luogo di entertainment destinatario di cure progettuali uguali a quelle tradizionalmente dedicate alle zone di soggiorno e rappresentanza, e se in passato il bagno era la parte della casa non visibile, oggi diviene ambiente di esposta visibilità. Anche gli oggetti al suo interno, i sanitari, si espandono: i lavabi diventano oggetti plastici; le vasche aumentano di dimensione e sono ibridi tra il normale contenitore dell’acqua per il bagno e la piscina; i piatti doccia si ampliano e pavimentare veri e propri vani abitabili. Il lavabo è così semplice dispositivo idraulico o complemento d’arredo? La vasca è attrezzatura igienica o scultura?
La qualità che si impone al nuovo design di tali elementi diventa quindi scarsamente misurabile, inscrivibile a fatica in una oggettivazione prestazionale, ma è una qualità di relazione tra soggetto e oggetto, articolata e composita.
Di fatto “dopo lo schema del bagno separato, si passa ad un bagno di tipo inclusivo, esperienziale, che assume la differenza come motore di una nuova ricerca tipologica e iconica. Il progetto supera la concezione di “good design” o di prodotto socialmente condivisibile grazie alla sua ergonomicità: con il supporto tecnologico può puntare su scenari creativi complessi e anticonvenzionali, risultato di una profonda manipolazione delle tipologie esistenti di prodotti e di ambienti. La qualità del prodotto-bagno dipende dalla sua capacità di suscitare emozioni: non è più una questione di ordine tecnico-funzionale, ma di magia dei contenuti e delle forme”.1
Piatto doccia Idro in pietra naturale disegnato e realizzato da PIBA Marmi.
È facile comprendere come in tale scenario, basato su di una stimolazione plurisensoriale immediata o sulla gioia derivante dal ricordo prolungato di una percezione d’ambiente, i materiali naturali godano di un rinnovato favore a discapito di quei materiali industriali che “escludono il corpo, che non offrono nessuna occasione alla storia, non si arricchiscono con il passare del tempo, non concedono appigli alla memoria, risultando indifferenti, neutri, senza odori”.2
Ecco allora che la pietra può trovare un’applicazione privilegiata dispiegando le sue qualità a tutto campo, a livello visivo, ma anche tattile, sonoro e olfattivo. Se infatti di norma in architettura il senso coinvolto in una relazione privilegiata con i materiali è la vista, nel design contemporaneo dell’ambiente bagno si aprono inedite frontiere di interazione tra l’individuo e un universo materico sinestetico: rivestimenti o pavimenti lapidei da praticare con il corpo nudo nelle vasche, o ai bordi delle piscine, possono presentarsi scabri o lisci, caldi o gelidi, secchi e ruvidi o bagnati e scivolosi; pietre cave o massive possono risuonare diversamente a seconda che l’acqua le lambisca delicatamente, o le colpisca goccia a goccia, o a pioggia, o scrosciando a cascata; o ancora, in ambienti chiusi e raccolti, pietre arroventate, dilavate, o avvolte dal vapore acqueo, possono contribuire alla sollecitazione olfattiva.
La materia litica osservata, toccata, odorata, “ascoltata” negli effetti sonori che produce, è sempre più impiegata per attivare una vasta gamma di stimoli emozionali e percettivi e per indurre nel fruitore suggestioni di valori e memorie ancestrali, legati all’identità delle origini umane. E se i nuovi templi del benessere si configurano come habitat complessi, sempre più artificiali, multifunzionali e poliesperienziali, per contro la tipologia di prodotti quali lavabi, vasche e altri sanitari litici si adegua a linguaggi sempre più essenziali, rigorosi, a basso impatto visivo che non cedono mai all’esibizionismo impiantistico ma instaurano con il fruitore un rapporto friendly, coinvolgendolo in forme avvolgenti e sinuose, stereometriche e chiaramente leggibili, accogliendolo in superfici “morbide” e levigate, o proponendogli sensazioni tattili di stimolante rugosità.
Tali presenze scultoree sono perlopiù ottenute per scavo di interi monoliti attraverso asportazioni progressive di materia effettuate con macchine programmate a controllo numerico. La perfezione, la continuità e la fluidità dei tagli permettono di ottenere sanitari dai profili netti, corpi plastici puri e omogenei caratterizzati da contrapposizioni volumetriche di vuoti e di pieni, da contrasti di effetti chiaroscurali tra luci ed ombre. I litotipi maggiormente impiegati per declinare le forme del design litico contemporaneo sono le scure pietre laviche, le arenarie grigie, i calcari rossi o dorati, i travertini italiani chiari o bruni, i marmi venati di Carrara, il Verde Alpi, il Nero Assoluto.
Vasca Tinozza in pietra naturale disegnata e realizzata da PIBA Marmi.
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Le sale da bagno del terzo millennio appaiono pervase da un’opulenza silenziosa e rarefatta nel cui segno cure igieniche, estetiche e meditative si realizzano abbandonando le rigide separazioni murarie dei bagni tradizionali in favore di spazi dilatati e filtranti, definiti da diaframmi traforati costruiti ancora una volta con la pietra o da schermi in materiali litici traslucidi.
La materia lapidea è presente nell’arcipelago di elementi tecnici, funzionali e simbolici che dà vita al sistema-bagno per materializzare idee di solidità, purezza, naturalità, durata ma, in un concetto di total design dello spazio, spesso ricopre anche le superfici che definiscono l’ambiente in forma di rivestimenti in cui può dispiegare le sue sgargianti e spettacolari caratteristiche cromatiche o può veicolare qualità di grana strutturale e tessitura superficiale, meno eclatanti e vistose, ma non per questo meno potenti dal punto di vista sensoriale: è anzi forse quest’ultima capacità di trasferire all’individuo una serie di sottili e penetranti sensazioni fisiche e psichiche – di poter insomma diventare medium materico per l’esplorazione di nuovi orizzonti estetici ed emotivi – che colloca la pietra nella sfera di un nuovo luxury design non fatto per apparire ma pensato per innalzare effettivamente la qualità della vita di chi lo possiede e lo pratica.
Se nella storia la materia litica ha incarnato i valori di prestigio, ricchezza, splendore, di uno sfarzo antico, esibito e vistoso, oggi è spesso chiamata a dar corpo alle qualità di un lusso contemporaneo fondato sui valori alternativi del benessere, della fruizione sensoriale, del piacere reale fisico e mentale, in un assioma che si regge sul concetto di naturalezza e semplicità esaltate dalla tecnologia. L’oggetto “prezioso” in pietra del terzo millennio deve trasmettere un’idea di avvicinamento ai desideri più intimi di chi lo acquista, deve, in ultima analisi, soddisfare il soggetto in termini percettivi e introspettivi.3
di Davide Turrini
Note
1 Gianluca Sgalippa, Post-bagno. Corpo, ambiente e design nell’età delle mutazioni tipologiche, Milano, Tecniche Nuove, 2006, p. 65.
2 David Le Breton, Antropologia del corpo e modernità, Milano, Giuffrè, 2007, p. 120, (tit. or. Antropologie du corps et modernitè, 2000).
3 Si vedano in proposito le considerazioni su meriti, limiti e metamorfosi del lusso contemporaneo contenute in Giovanni Cutolo, Lusso e Design. Etica, estetica e mercato del gusto, Milano, Abitare Segesta, 2003, pp. 130.
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